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La tirannia della musica pop

Aggiornamento: 26 mag 2024


La tirannia della musica pop crea perfetti consumatori
Consumatori zombi


La definizione di musica pop è già di per sé scivolosa e molto ampia, alcuni vi fanno rientrare ad esempio punk e metal (cosa non gradita ai mondi afferenti, che anzi si vedono in contrapposizione ad essa) e non sempre comprende canzoni banali, dalla melodia semplice, ridotta al minimo e ripetitiva. Che piaccia o meno, la musica di Micheal Jackson non è fatta da 4 accordi su una base di 4/4, al contrario di molte canzoni rock o punk. Per i fini di questo post, definiamo perciò come musica pop tutta quella musica fatta per essere consumata ovunque, con melodie facili e molto orecchiabili, dai testi non impegnativi e molto vendibili e spendibili.


Data questa ingenerosa e molto generica definizione, è interessante notare come due persone molto distanti tra di loro, e cioè Roger Scruton e Edvuard Limonov, trovino punti di contatto e sovrapposizione. Scruton: un gentiluomo inglese, conservatore, filosofo che ha dedicato la sua vita e la sua ricerca alla Bellezza e compositore amante della musica classica (altra definizione molto ampia e impropria). Limonov, un punk, rivoluzionario, russo figlio di un ufficiale minore dell'NKVD, attivista politico e presente in vari teatri di guerra (e non come semplice osservatore).

In questo link potete sentire dalla sua stessa voce cosa dice Scruton della musica pop: onnipresente, nei bar, ristoranti, negli ascensori e nei centro commerciali, essa viene imposta agli avventori, sottraendoli così alla conversazione. Certe musiche non sono nemmeno composte da esseri umani, ma da computer che assemblano ritmiche pescando da dei repertori. Questa musica pattuglia gli spazi pubblici e ne scandisce il ritmo. La musica di oggi è privata di ogni aspetto rituale o sociale, un qualcosa da mettere in sottofondo, da origliare. Melodie banali e ripetitive che sono manisfestazione della fine dell'orecchio musicale. Questa nuova musica è contraria al pensiero, all'innalzamento emotivo, e anzi, li trascina al suo stesso livello.


Questo tappeto sonoro costante, che sottrae al silenzio (che fa parte della Musica), la sua ripetitività, la banalità dei testi portano ad una sorta di dipendenza e Scruton non esclude che vi sia un nesso tra la sua diffusione e l'impoverimento dell'espressione linguistica delle nuove generazioni. Una gerarchia del Bello è presente anche nella musica, ma il politicamente corretto relativizza tutto, portando tutto allo stesso livello, e dire che Bach è migliore di una canzone pop è elitario e discriminatorio.


E veniamo a Limonov e al suo Grande ospizio occidentale. Il Grande ospizio è ovviamente il nostro mondo, ma non solo quello occidentale, in parte lo sono anche la Cina e la Russia, ad esempio. Il questo ospizio la figura eroica e virile dell'uomo è il bersaglio principale, ogni forza vitalistica e barbarica è soppressa, soffocata. La musica pop, anche secondo Limonov, è un mezzo di abbruttimento, di stordimento e di ipnosi. Scrive infatti:

"La sovrabbondanza della produzione musicale minaccia il pensiero. La moda sociale è tanto potente e l’individuo così incapace di fronteggiare la psicosi collettiva che tende a escludere – e, per alcune fasce d’età (gli adolescenti), eliminare in maniera totalitaria – la conversazione, lo scambio di opinioni delle assemblee, rimpiazzando i discorsi con il rumore musicale. Condensato di emotività e stimolante emotivo, il pop è contrario al pensiero"


L'industria della musica pop e della creazione delle pop star è nemica dell'uomo eroico e virile, del barbaro e del selvaggio. Testi melensi e d'amore inebesticono, sono banali, dozzinali e insipidi. Per ovvi motivi, non posso riportare quello che scrive su Micheal Jackson, Prince e Boy George, ve lo potete immaginare, ma sono comunque simboli, prove viventi (due di loro non più) della devirilizzazione, quasi un'evirazione, dell'uomo. Al contario di certe rock star degli anni '70 e del primo punk, sudato e selvaggio, barbarico e carico di rabbia e spirito di ribellione.


Per Scruton l'avvicinamento al silenzio è il primo passo per far conoscere la musica classica, silenzio non è di certo la prima parola che viene in mente quando si pensa al punk. I punti di partenza di Scruton e Limonov sono molto differenti, così come lo sono i punti di approdo, eppure, nonostante queste enormi differenze, le loro strade per un certo tragitto si accompagnano.




Consigli di ascolto: Bach: Cello Suite no.1 in G Major Crisis: White Youth






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